Attività di Ricerca

Galassie e cosmologia

La ricerca scientifica nell’ambito del raggruppamento scientifico “Galassie e Cosmologia" si concentra sullo studio delle proprietà dell’Universo osservabile, sulla formazione ed evoluzione delle strutture a grande scala e delle galassie che le popolano. Le attività condotte in questo ambito includono sia la caratterizzazione delle proprietà dell'Universo primordiale (attorno a 13.8 miliardi di anni fa), inclusa la formazione dei primi elementi chimici subito dopo il Big Bang, sia lo studio della natura dei principali costituenti dell'Universo (ovvero energia oscura, materia oscura e materia barionica) e come questi determinino le proprietà della struttura a grande scala a diversi tempi cosmici, tracciata dai gruppi ed ammassi di galassie e dalla struttura filamentosa che li connette (ovvero il cosiddetto “Cosmic Web”).

I ricercatori presso INAF-OATs sono coinvolti in una ampia gamma di attività in questo contesto, ed in particolare uno dei punti di forza del nostro Istituto risiede nell’amalgama tra l’accesso sia a sofisticati modelli teorici che ad una varietà di dati multibanda che includono osservazioni dai principali osservatori terrestri e telescopi spaziali.

Studio dell'evoluzione dell’Universo osservabile, a partire dalle condizioni iniziali di quasi omogeneità fino alla formazione delle strutture che caratterizzano la distribuzione della materia sia nella sua componente visibile che oscura (Dark Matter).

L’informazione più diretta che possiamo ricavare sulle condizioni fisiche dell’Universo primordiale ci viene dal fondo cosmico a microonde (CMB, Cosmic Microwave Background), che ci permette di studiare la densità di materia e radiazione circa 300,000 anni dopo il Big Bang. Il CMB appare per la maggior parte isotropo, tuttavia caratterizzato da piccole fluttuazioni di temperatura che corrispondono ai “semi” che daranno origine alla distribuzione spaziale delle galassie osservata a tempi più recenti: una struttura a grande scale che riflette la distribuzione della materia oscura che domina il potenziale gravitazionale e che assomiglia ad una sorta di ragnatela cosmica (“Cosmic Web”), definita da un insieme di filamenti che si incrociano in grandi e densi nodi, che corrispondono ai gruppi ed ammassi di galassie.

Le misure basate su oggetti astrofisici che assumiamo avere una luminosità costante a tutte le epoche cosmiche hanno dimostrato che l'espansione dell'Universo ha iniziato ad accelerare circa 5 miliardi di anni fa. Il cosiddetto modello standard cosmologico (o modello ΛCDM) interpreta questa espansione accelerata sulla base di una costante cosmologica Λ ed assumendo che la materia oscura sia “fredda” (Cold Dark Matter). Nonostante questo modello si sia rivelato estremamente preciso nel descrivere correttamente un gran numero di osservazioni, è ancora lacunoso nella caratterizzazione di ingredienti cruciali per la nostra comprensione della fisica fondamentale. Ad esempio: come si sono generate le fluttuazioni primordiali subito dopo il Big Bang? Cos’è la materia oscura? Come si collega al modello standard delle particelle elementari? Qual è il meccanismo fisico responsabile per l’espansione accelerata dell’Universo scoperta 20 anni fa? Corrisponde a quale forma ignota di energia (“Dark Energy”) oppure implica una qualche deviazione della forza di gravità dalla formulazione relativistica Einsteiniana? Discrepanze tra le predizioni teoriche e le osservazioni potrebbero portare alla soluzione per almeno alcuni di questi problemi oppure evidenziare nuove e più gravi tensioni nella nostra comprensione dell’evoluzione dell’Universo.

Struttura a Grande Scala

Le perturbazioni nella distruzione delle galassie su larga scala mappano direttamente le perturbazioni nel campo di densità definito dalla materia oscura, ed allo stesso tempo sono un tracciante delle fluttuazioni primordiali. Allo stesso tempo, la crescita di queste perturbazioni a diverse epoche cosmiche permette di testare modelli alternativi sia di “dark energy” che di gravità modificata, di vincolare la massa dei neutrini così come le proprietà generali della materia oscura e le sue possibili interazioni con le altri componenti dell’Universo. I ricercatori OATs esplorano la struttura a grande scala studiando la distribuzione tridimensionale delle galassie, misurata a partire della loro posizione nel cielo e dal loro redshifts, utilizzando il clustering delle galassie, ed in particolare sviluppando modelli analitici e numerici per la misura quantitativa del clustering nel contesto di survey spettroscopiche. OATs è in prima linea nella costruzione della pipeline di analisi per la missione ESA Euclid (lanciata nel luglio del 2023), ma i suoi ricercatori sono coinvolti anche in altri esperimenti volti alla definizione della struttura a grande scala basati sia sull’emissione integrata della linea a 21 cm (21cm intensity mapping2), che sulla distribuzione delle linee in assorbimento negli spettri di quasar ad alto redshift, impresse dalla distribuzione dell'idrogeno neutro lungo la linea di vista (Lyman-α forest).

Staff: Pierluigi Monaco (UniTS), Emiliano Sefusatti (OATS), Matteo Viel (SISSA)

Postdocs: Emilio Bellini (IFPU/UNG), Isabella Carucci (OATS), Yousry Elkhashab (UniTs), Chiara Moretti (SISSA), Federico Rizzo (OATS), Elena Sarpa (SISSA)

Students: Marius Lepinzan (UniTs), Jacopo Salvalaggio (UniTs), Francesco Verdiani (SISSA)

Links: Webpage of the large-scale structure group in Trieste

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Le quattro unità del Very Large Telescope (credit ESO).
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Rappresentazione artistica del disco di una galassia con getti gassosi espulsi dal nucleo (credit Nature).
Per il pubblico
Contatti

INAF-Osservatorio Astronomico di Trieste
Via G.B. Tiepolo, 11 I-34143 Trieste, Italy

Tel. +39 040 3199 111
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C.F. 97220210583

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