Galassie aliene, così simili e così diverse

Anche se non abbiamo ancora trovato le prove dell'esistenza di esseri viventi alieni, grazie al nostro lavoro appena accettato dalla rivista Astronomy and Astophysics (François et al. 2024)  abbiamo prove molto convincenti della presenza di stelle 'aliene' nella nostra Galassia. Queste stelle sono infatti nate in un ambiente completamente diverso ed in seguito accresciute nell'alone della Galassia tramite merging (ovvero collisione con, e conseguente fagocitazione dei sistemi che contenevano queste stelle). I dati da cui questa ricerca è partita, sono stati presi dalla survey internazionale MINCE (Measuring at Intermediate Metallicity Neutron Capture Elements) il cui PI (G.Cescutti) e molti collaboratori lavorano presso l’Osservatorio di Trieste  La figura ne illustra alcune caratteristiche.

Il pannello di sinistra mostra un grafico dell'energia in funzione del momento angolare lungo la direzione z (perpendicolare al disco galattico) di varie componenti stellari dell'alone Galattico, informazioni ottenute grazie al satellite Gaia. Il grafico mostra che le stelle di due sistemi in particolare, Sequoia e Gaia-Enceladus (GSE), hanno energia e momento angolare significativamente diversi dalle stelle del disco Galattico. Di per sé, questo grafico mostra che le stelle di Sequoia e GSE si comportano cinematicamente in maniera diversa da quelle del disco della Galassia e di altri sistemi, ma da solo non è un record della storia di questi sistemi, né una prova che questi sono alieni, nel senso che si sono formati in un ambiente diverso rispetto alla Via Lattea.

Il grafico di destra è il risultato principale del nostro studio e rappresenta una distribuzione dei rapporti di abbondanze chimiche di ittrio/bario in funzione di bario/idrogeno per stelle della via Lattea (in verde) e per stelle di Sequoia e GSE (rispettivamente blu e rosso).  In questo grafico, i rapporti di abbondanze rivelano la composizione chimica del mezzo interstellare nel momento in cui le stelle si sono formate, per cui questo grafico è una specie di cronometro cosmico che ci permette di viaggiare indietro nel tempo e determinare le condizioni fisiche dell'ambiente in cui le stelle si formarono. L'asse x di questo grafico è assimilabile ad un cronometro, in cui [Ba/H]=0 rappresenta il momento presente mentre valori più bassi rappresentano  fasi passate.  Come si vede le stelle di Sequoia e GSE compongano una sequenza diagonale nettamente distinta da quella della Via Lattea  (linea orizzontale).

Il fatto che il rapporto [Y/Ba] all'epoca della formazione di stelle di GSE e Sequoia fosse molto più basso significa che il processo di formazione stellare era significativamente diverso rispetto a quello della Via Lattea. Infatti, prova che l'ambiente in cui ciò la formazione è avvenuta presentava condizioni fisiche diverse, in particolare un diverso tasso di formazione stellare.
Questo grafico permette di determinare un'importante distinzione tra stelle nate in-situ, cioè all'interno della Galassia, e stelle nate ex-situ, ovvero al di fuori di essa ed accresciute in seguito appunto grazie ad episodi di merging. Altri rapporti di abbondanza di alcuni sistemi come Enceladus si conoscevano già, ma grazie al nostro risultato abbiamo una fondamentale conferma, definitiva ed indipendente, della diversa origine di queste stelle.

Queste stelle rappresentano veri e propri relitti cosmici di un naufragio, avvenuto quando le galassie che le ospitavano sono state divorate dal 'Mare Magnum' dell'alone della Via Lattea, e che manifestano le loro diversità genetiche esclusivamente tramite i diversi rapporti di abbondanze chimiche.

catsello basevi old

ArXiv: https://arxiv.org/pdf/2404.08418.pdf
DOI: 10.48550/arXiv.2404.08418

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