SpIRIT è di fatto quindi il primo di una costellazione di sette nanosatelliti chiamata HERMES Scientific Pathfinder Constellation che, quando completata dagli elementi in sviluppo da parte dell’Agenzia Spaziale Italiana, sarà alla ricerca di questi “fuochi d'artificio” cosmici.
Il nanosatellite è stato sviluppato da un consorzio guidato dall'Università di Melbourne e dall'Agenzia Spaziale Italiana, composto da Inovor Technologies, Neumann Space, Sitael Australia e Nova Systems in Australia, nonché dall'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), Fondazione Bruno Kessler, Università di Tubinga e i loro partner per lo sviluppo del carico utile HERMES. L’Agenzia Spaziale Australiana ha sostenuto il progetto con finanziamenti di quasi 7 milioni di dollari australiani.
Dopo i controlli iniziali e la comunicazione con la stazione terrestre di Nova Systems a Peterborough, nell'Australia meridionale, nelle prossime settimane il nanosatellite pesante 11,5 kg, che utilizza il popolare standard “CubeSat”, dispiegherà i pannelli solari e i radiatori termici lunghi quasi un metro. I pannelli solari alimenteranno gli strumenti scientifici, le fotocamere (incluso un selfie stick), i sistemi di guida, le antenne di comunicazione, il computer di bordo con capacità di intelligenza artificiale e un sistema di propulsione elettrica.
Nell'immagine qui sopra, il decollo dalla base spaziale di Vandenberg in California, negli Stati Uniti, a bordo di un razzo Falcon 9, alle 19:19 ora italiana di venerdì 1° dicembre 2023.
SpIRIT testerà inoltre anche un sistema di controllo termico realizzato dall'Università di Melbourne che consente ai nanosatelliti di ospitare strumenti sensibili che richiedono un controllo preciso della temperatura che altrimenti potrebbero volare solo su satelliti dieci volte più pesanti. SpIRIT trasporta anche il propulsore Neumann Drive, un nuovo sistema di propulsione elettrica basato su propellenti metallici solidi ed è anche una delle prime piattaforme spaziali sviluppata da Inovor Technologies.
SpIRIT è progettato per volare in orbita terrestre bassa per due anni in un'orbita polare sincrona con il Sole, lungo cui il satellite viaggia da nord a sud sopra i poli ed è orientato in modo da essere sempre rivolto verso la nostra stella con un angolo quasi costante. Dopo il lancio, il team trascorrerà circa quattro mesi testando e mettendo in funzione il nanosatellite nelle condizioni estreme dello spazio prima di iniziare le operazioni scientifiche. SpIRIT passerà quindi a una fase operativa completa per indagare i misteri del cosmo attraverso la cooperazione scientifica internazionale e per misurare le prestazioni a lungo termine della tecnologia spaziale di fabbricazione australiana.
Una volta completata la sua missione, SpIRIT verrà messo in “modalità sicura” bruciando al rientro nell'atmosfera.
Fabrizio Fiore, Coordinatore scientifico della Costellazione Scientifica HERMES Pathfinder, Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF): “Lo strumento scientifico altamente innovativo e compatto per le osservazioni di raggi X e gamma a bordo di SpIRIT è identico a quelli sviluppati per la costellazione HERMES Pathfinder da un grande team guidato dall’INAF con il finanziamento dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). SpIRIT è il primo satellite ad ospitare lo strumento, con gli altri elementi della costellazione in fasi avanzate di integrazione e test. Portare tale strumento dalla progettazione al volo in poco più di quattro anni è emozionante e non vediamo l’ora di osservare i primi fotoni dall’orbita, grazie alla cooperazione con l’Australia”.
Payload demonstration model di Hermes.
Guarda l’intervista a Fabrizio Fiore (in italiano) su Hermes:
Fonti: MediaInaf, ASI, University of Melbourne, ESA, hermes-sp.eu