Prima luce combinata dei 4 telescopi ESO-VLT per ESPRESSO

Un grido di gioia e un applauso (e anche un sospiro di sollievo) dei nostri colleghi dell'OATs e di tutto il team di collaudo hanno salutato la prima immagine dello spettro di una stella prodotta dallo strumento ESPRESSO montato al fuoco combinato di tutti e quattro i telescopi principali (UT) da 8,2 m di diametro del VLT (Very Large Telescope) dell'ESO, anche questa una prima volta. Combinare così la luce degli UT rende il VLT il più grande telescopio ottico in funzione, in termine di area di raccolta.

I comunicati ufficiali dell'ESO (European Southern Observatory) e dell'INAF sono a disposizione ai link comunicato ESO e comunicato INAF , a cui rimandiamo per i dettagli dell'evento e per gli interventi di Stefano Cristiani, Valentina D'Odorico e Paolo Molaro tra gli scienziati triestini coinvolti nel progetto. Approfondimenti su ESPRESSO (Echelle Spectrograph for Rocky Exoplanet and Stable Spectroscopic Observations) sono disponibili anche sulle nostre pagine (i più recenti sono del 24-08-2017 e del 06-12-2017). Qui, invece, vogliamo riportare i pensieri che Valentina D'Odorico, astrofisica del nostro osservatorio e membro del team di collaudo, è stata così gentile da condividere con noi.

Scrive Valentina: "Venire ad osservare a Paranal e` per me sempre una grande emozione, questo e` stato anche il mio primo commissioning di un nuovo strumento. L’atmosfera e` molto diversa dalla quasi sonnolenta routine delle osservazioni come astronoma visitatrice: ad ogni momento può succedere qualcosa, ci si accorge che anche dopo aver pensato e ripensato allo strumento ed averlo concepito al meglio, c’e` sempre qualcosa di imprevisto, o un dettaglio che era sfuggito. Allora, via di corsa a cercare di risolvere il problema, discutendo insieme e arrovellandosi su quale sia la soluzione migliore. Sono state giornate e nottate molto stimolanti durante le quali ho imparato a conoscere ESPRESSO meglio di quanto non avessi fatto in tutti gli anni della costruzione.

Ma l’evento di questo commissioning, quello che tutti attendevamo con più eccitazione ed apprensione, era la prima luce dell’osservazione nel modo 4UT, ovvero utilizzando la luce combinata dei 4 telescopi del VLT allo stesso tempo. La notte precedente la prima luce , tutto è andato storto, lo strumento non si accendeva, siamo tutti scesi nel Combined Coude’ Laboratory, dove si trova ESPRESSO, sembrava che non arrivasse corrente ad alcune parti elettroniche, abbiamo perso 3 ore prima di partire con le osservazioni. Il giorno dopo eravamo preoccupatissimi, Giorgio Calderone aveva lavorato con gli altri colleghi di Trieste per cercare di capire cosa fosse successo, e quella sera ci sarebbe stato anche Xavier Barcons, il DG di ESO, a presenziare l’evento, non potevamo fare brutta figura!

Finalmente il momento è arrivato, su otto schermi erano attivi i pannelli di controllo dei 4 UT, altri 4 schermi erano utilizzati da noi per visualizzare le camere di acquisizione dell’immagine. Dopo la tensione causata all'inizio della serata dal cosiddetto "inverno boliviano", l'osservatorio era chiuso per cattivo tempo, all'improvviso il cielo si è schiarito e il DG ha dato l’invio alla prima osservazione della cosiddetta stella di Pepe (Francesco Pepe e` il P.I. di ESPRESSO), i telescopi si sono mossi all’unisono per puntare lo stesso oggetto nel cielo e sui nostri schermi e` comparsa la stella che in pochi secondi e` andata a posizionarsi al centro di ognuna delle 4 fibre visualizzate sullo schermo, un grido di gioia e un applauso (ed anche un sospiro di sollievo) si sono levati da tutti i presenti, poco dopo lo spettro ridotto era visibile e bellissimo!

Ma per me, il momento più atteso e` stato quando abbiamo potuto osservare il primo quasar, abbiamo scelto Q0347-38, un oggetto relativamente brillante che e` stato anche uno dei primi ad essere osservato nel commissioning dello strumento UVES. Anche in questo caso tutto e` andato liscio e quindi siamo passati ad un quasar più debole. La luna stava salendo quindi sarebbe stato ancora più complesso guidare i telescopi su quell’oggetto molto più debole della magnitudine del cielo, eppure ESPRESSO ce l’ha fatta e da una prima analisi dello spettro di un’ora abbiamo potuto individuare delle deboli righe in assorbimento che erano state rivelate da uno spettro di 9 ore preso al telescopio Keck. Un grande risultato.

Dopo l’eccitazione e la felicita` della prima notte naturalmente ci siamo anche resi conto che c’e` ancora del lavoro da fare, soprattutto per migliorare gli strumenti di riduzione ed analisi degli spettri. Quindi con i colleghi di Trieste, in particolare con Guido Cupani, ci siamo gia` messi al lavoro per estrarre fino all’ultimo fotone dagli spettri di questo meraviglioso strumento. Benvenuto ESPRESSO!"

Ricordiamo che il team triestino di ESPRESSO è composto da Stefano Cristiani, Co-PI dello strumento, Paolo Molaro, Project Scientist, Paolo Di Marcantonio, Software system engineer e responsabile del sofware di controllo, Roberto Cirami, software di controllo, Giorgio Calderone, software di controllo, Paolo Santin, software di controllo, Igor Coretti, responsabile del gruppo per l'elettronica, Veronica Baldini, elettronica, Valentina D'Odorico, responsabile del gruppo software di analisi dati e Guido Cupani software di analisi dati.

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Lo strumento ESPRESSO, montato sul VLT (Very Large Telescope) dell'ESO in Cile, ha usato per la prima volta la luce combinata di tutti e quattro i telescopi principali (UT) da 8,2 m di diametro. Combinare così la luce degli UT rende il VLT il più grande telescopio ottico in funzione, in termine di area di raccolta.

 

Gruppo di Italiani nel team del collaudo di ESPRESSO. Da sinistra:  Giorgio Calderone (INAF-Ts), Gaspare  Lo Curto (ESO), Valentina D'Odorico (INAF-Ts), Francesco Pepe (Universita` di Ginevra), Paolo Molaro (INAF-Ts)