Ghiaccio e polvere della 67P/Churyumov-Gerasimenko raccontano una storia inattesa

Potremmo dover riscrivere la storia dell'evoluzione della nube protosolare. E' questa la conclusione raggiunta da Marco Fulle e coautori in base ai dati raccolti sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko dalla missione Rosetta. L'importante risultato è basato sia sul rapporto tra la quantità di ghiaccio e di polvere presenti nella cometa, che sulla distribuzione di sassolini e frattali. 

Qual'è la struttura di una cometa? E come son nate le comete? Rosetta sta fornendo risposte piuttosto lontane da quanto si pensava finora, tuttavia in un quadro coerente con quanto stiamo imparando dai sistemi planetari extrasolari osservati da ALMA. Le comete sono molto più secche di quanto creduto finora, più secche delle condriti carbonacee, le più primitive raccolte sulla Terra. Questo è in accordo sia con un importante trasferimento di minerali dalla nebulosa protosolare interna alla più esterna, il che rende la fascia asteroidale il luogo dove il ghiaccio era più abbondante, sia con le densità di Plutone, Caronte e Tritone, il cui volume in ghiaccio è circa il 20% assumendo che la composizione dei loro minerali sia uguale a quella misurata da Rosetta nella sua cometa, la 67P/Churyumov-Gerasimenko. 

Tutti questi oggetti trans-nettuniani si son probabilmente formati dal collasso gravitazionale di una nube di ciottoli, tutti di dimensioni simili. Le comete, grazie alla loro piccola massa, preservano intatti questi ciottoli, osservati dalla camera CIVA a bordo di Philae con un diametro di circa mezzo centimetro. Lo spazio fra i ciottoli non è vuoto. A Trieste si è dimostrato che quando 67P si è formata, ad un'età del disco protoplanetario di circa 1.5 milioni di anni, la polvere piu' primitiva nel disco (particelle frattali di dimensioni millimetriche, vaporosi aggregati di grani interstellari sub-micrometrici) era ancora più abbondante dei ciottoli, che stavano crescendo grazie a collisioni che compattavano i frattali. Questi frattali rimasero cosi' intrappolati fra i ciottoli, preservati finchè Rosetta non li ha trovati per la prima volta. Questa è una prova che le comete sono capsule del tempo, nelle quali possiamo analizzare il materiale primitivo che ci ha formati 4.5 miliardi di anni fa: le comete non hanno mai sofferto alcuna collisione catastrofica, come confermato dai piccoli crateri mancanti sul satellite di Plutone, Nix.

Per ulteriori dettagli leggere i due articoli di cui M. Fulle, INAF-OATS, è primo autore nel Volume Speciale Rosetta di MNRAS

 

Figura: il lander Philae sulla superficie del nucleo di 67P, dove ha scoperto i ciottoli che hanno formato (e ancora adesso stanno formando) tutti i pianeti (Credit: ESA, OSIRIS Team)