L’uomo si prepara ad atterrare sul nucleo di una cometa

L’emozionante attesa di questa prima volta è seguita con particolare trepidazione all’Osservatorio Astronomico di Trieste.OATS_CS_Rosetta_Philae.jpg

Fra pochi giorni, mercoledì 12 novembre, avrà luogo un evento che finora è rimasto relegato ai film di fantascienza. Il modulo di atterraggio Philae della sonda spaziale Rosetta dell’ESA (European Space Agency) atterrerà sul nucleo della cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko, ad una distanza di mezzo miliardo di km dal nostro pianeta. L’emozione nell’attesa di una prima volta per l’umanità è palpabile nella sede dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Trieste dove lavora l’astrofisico Marco Fulle, uno dei quattro InterDisciplinary Scientists che coordinano tutte le attività scientifiche della missione Rosetta. Marco è anche coinvestigatore delle telecamere OSIRIS, e dello strumento GIADA che analizza le proprietà fisiche delle polveri emesse dalla cometa. Al coinvolgimento di Marco Fulle nella missione corrisponde una partecipazione della comunità scientifica italiana davvero significativa, in particolare dell’INAF.

Il principale obiettivo scientifico di Rosetta è la comprensione dell’origine delle comete e il legame tra la loro composizione e la materia interstellare. Questa conoscenza è fondamentale per risalire all'origine stessa del Sistema Solare avvenuta 4,6 miliardi di anni fa. Le comete provengono dalle zone esterne del Sistema Solare e contengono materiale ricco di sostanze volatili che non è stato alterato dai processi fisici che coinvolgono invece i materiali delle zone più interne e più calde. In particolare il modulo di atterraggio Philae permetterà di effettuare misure sul posto e di campionare del materiale della superficie del nucleo per analisi fisiche, chimiche e mineralogiche dettagliate.

L’importanza dell’esplorazione della superficie della cometa può essere facilmente compresa se si pensa che questi corpi del Sistema Solare sono fra quelli che hanno probabilmente portato sulla Terra tutta l’acqua presente oggi sul pianeta, permettendo così lo svilupparsi della vita. E’ anche possibile che le comete abbiano portato già pronti i mattoni stessi della vita sotto forma di molecole organiche complesse.
La discesa di Philae sul sito J della 67P/Churyumov–Gerasimenko durerà circa 7 ore: quaranta minuti dopo il distacco, i razzi del modulo orbitante lo porranno in una traiettoria iperbolica di allontanamento, in modo da escludere ogni impatto con il nucleo, e di avere Philae sempre in vista durante l'atterraggio. Marco Fulle, con una punta di comprensibile ansia, sottolinea che “si tratta di una manovra molto delicata, senz'altro la più complicata e difficile mai tentata da un modulo automatico su un corpo celeste: dopo il distacco, non vi sarà modo di correggere la traiettoria di Philae”. Le operazioni di atterraggio sono complicate dal fatto che la cometa è un corpo molto irregolare, ed è già attiva, rilasciando nello spazio gas già in grado di sollevare grani solidi di circa un chilogrammo. L'influenza del gas sulla traiettoria di Philae è forse l’elemento di maggiore rischio nel pianificare le operazioni di avvicinamento alla superficie.

Marco conclude sottolineando che “gli strumenti di Rosetta hanno già fornito dati che superano in qualità quanto raccolto in tutti gli anni precedenti di esplorazione cometaria, e continueranno comunque a farlo nei prossimi due anni, che l'atterraggio di Philae abbia successo o meno”